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La Giunta intitola a Giuseppe Urbani de Gheltof il parchetto di via Manin a Mestre Mar: “Così diamo un riconoscimento ad un grande pittore che con le sue opere ha dato lustro alla Città”

La giunta comunale, riunitasi oggi in web conference, ha approvato la delibera con la quale si intitola un’area verde nel centro di Mestre a Giuseppe Urbani de Gheltof (1899 – 1982), artista nato a Venezia, sempre vissuto a Mestre, e che ha dedicato tutta la sua vita alla pittura e alla sua Città.

“Con questa delibera – commenta l’assessore alla toponomastica Paola Mar – andiamo a dare un giusto riconoscimento ad un nostro cittadino che ha dedicato tutta la sua vita alla pittura ed è stato direttore della Scuola d’arte Napoleone Ticozzi di Mestre. Tra gli anni Venti e Quaranta partecipò a diverse Biennali veneziane e, nell’arco della sua laboriosa vita, esegue moltissime opere, lavora su commissione per Chiese, enti pubblici e privati. Nel 1950 fondò “L’istituendo Museo per Mestre e le Terre Circonvicine” Nell’ultimo periodo della sua attività si è dedicato ad una espressione artistica che lui chiamava frangibilitá, punto di arrivo di un percorso iniziato con l’astrattismo e le dissonanze. A lui verrà dedicata l’area verde di Mestre sita nelle vicinanze della chiesa di San Rocco in via Daniele Manin. Si va in questo modo a dare compimento a quell’idea di intitolare a un importante pittore cittadino un luogo nelle immediate vicinanze della Galleria Barcella, dedicata allo storico Bonaventura Barcella che fu il primo a scrivere una storia di Mestre, o a quella Piazza e Centro culturale Luigi Candiani che, attorno al 1923, fu allievo di Giuseppe Urbani de Gheltof. Fino ad arrivare alla piazzetta a fianco al Teatro Toniolo che proprio lo scorso ottobre abbiamo scelto di intitolare al grande musicista veneziano Gian Francesco Malipiero. Così onoriamo il nostro passato e ringrazio l’Assessore Renato Boraso che, proprio in questa occasione, ha proposto alla Giunta di dare un così importante riconoscimento a un pittore che si è sempre prodigato per dare lustro alla città e soprattutto a Mestre. Così facendo garantiremo a Urbani de Gheltof una futura e perenne memoria così che anche le nuove generazioni possano conoscere chi, per meriti, ha reso grande la nostra città”.

“Molto appropriata è la proposta della Giunta – commenta Enrico Urbani de Gheltof, figlio del fratello del pittore: appropriata perché corrisponde e sottolinea quella che fu la ricca personalità del pittore e storico Giuseppe Urbani de Gheltof nato a Venezia, ma vissuto sempre a Mestre. Poi, la scelta di questo luogo risulta particolarmente affine ad una persona molto riservata, quasi schiva e introspettiva, infatti ritrovarlo nella fresca ombra di questo giardino è un po’ come rivederlo tra i boschi del Trentino e del bellunese dove, nelle estati di tanti anni or sono, si rifugiava per dipingere in serena solitudine ed in perfetta armonia con la natura.
Questo luogo a lui dedicato inoltre è prossimo a quel centro che ricorda il pittore Gigi Candiani che fu suo allievo negli anni venti del ‘900.
Questo giardino fa anche idealmente comunicare e dialogare con Bonaventura Barcella a cui è dedicata l’omonima galleria e con la storica chiesa di San Rocco, dove una foto del 1952 lo ritrae intento a rilevare il calco di una patera infissa nel campanile. Urbani de Gheltof riscoprì inoltre, del Barcella, un manoscritto risalente al 1839 riguardante notizie storiche del Castello di Mestre.
Altre presenze della felice scelta sono, a poca distanza, la Piazzetta Mons. Valentino Vecchi e le villette a schiera dei tranvieri da lui salvate da sicuro abbattimento.
Storicamente il Gheltof costruì ed ebbe intensi rapporti culturali col Monsignore, testimoniati da foto tra cui una del 1964 che lo vede assieme all’allora Cardinal Patriarca Giovanni Urbani e al Vecchi in visita ad una sua mostra personale di pittura, tenuta in Piazza Ferretto.
Questi luoghi e personalità citati ora sono diventati per la memoria anche “Luoghi Toponomastici” perché possono con la loro presenza sottolineare il valore culturale del cuore della città al fine di rafforzare il nucleo di quello che viene definito il “Chilometro della Cultura di Mestre”- conclude Enrico Urbani de Gheltof.

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